Afferrati da Cristo Risorto

La Pasqua è il cuore dell’anno liturgico e di tutta l’esperienza di fede cristiana.
Ogni anno la Resurrezione di Cristo è invito e appello a rinnovarsi profondamente e a rinascere con lui, facendo memoria del nostro Battesimo. Per riflettere sul significato che la Pasqua ha per noi, soprattutto in questo periodo così difficile e anche drammatico, vi propongo di contemplare una straordinaria e suggestiva immagine di Resurrezione: si tratta di un affresco della chiesa di San Salvatore in Chora, ad Istambul (Turchia), risalente al XIV secolo, e che riporta al centro, come di solito nelle immagini bizantine, il titolo della rappresentazione: “E ANASTASIS” (la Resurrezione).
Il Cristo Risorto, vestito di bianco e inserito nella mandorla luminosa, segno della sua divinità, è raffigurato in maniera fortemente dinamica, mentre fa irruzione negli Inferi e squarcia l’oscurità con la sua luce folgorante.

Egli afferra poderosamente con la destra la mano di Adamo e con la sinistra quella di Eva, traendoli fuori dai loro sepolcri. Ai suoi piedi si vedono le porte degli inferi scardinate e mandate in frantumi e il demonio ormai sconfitto. Dietro i Progenitori sono raffigurati tutti i beati e i personaggi dell’Antico Testamento, cominciando da Giovanni Battista, che vengono richiamati alla vita.

Nel Credo degli Apostoli noi ripetiamo: “Fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte…”. La scena evidenzia proprio l’azione di Cristo Risorto che scende agli inferi per liberare i prigionieri dalla morte e chiamarli alla vita nuova che Egli ha inaugurato. Particolarmente significativo e toccante è il gesto che compie, un gesto che tante volte aveva ripetuto nella sua vita terrena: afferrare la mano di chi è sofferente, ammalato, impaurito, fragile, vittima dell’ingiustizia e della violenza, per riportarlo alla vita piena, per ridargli fiducia e speranza, per infondere l’energia nuova che permette di ricominciare.

In questa Pasqua lasciamoci afferrare anche noi da Cristo Risorto per poter ritrovare la speranza, la serenità e la gioia di vivere in comunione con chi ci sta accanto, con tutti i nostri fratelli e sorelle.

 

Don Lello Iacobone