Compleanno don Emilio: i primi 90 anni!
Caro Don Emilio – Elena Gay in Riefolo
Caro Don Emilio,
in occasione del tuo splendido 90° compleanno, permettimi di rivolgerti qualche semplice pensiero. Come moglie di un ex allievo penanghino, ti conosco da diversi anni e anche se la mia frequentazione non è stata sempre costante nel tempo, tuttavia la tua profonda umanità, manifestata sia nei colloqui individuali, sia nelle accurate omelie della Santa Messa, i tuoi insegnamenti e i tuoi spunti di riflessione, durante quelle incantevoli serate a Gressoney, sono stati veri elisir di vita per noi, povere anime smarrite e brancolanti, in un mondo tanto confuso e problematico.
Caro Don Emilio, la tua presenza nel gruppo è preziosa, continua a seguirci e a confortarci ancora per tanti e tanti anni.
Con affetto e simpatia
Elena Gay in Riefolo
Don Zeni – Gino Franco
Don Zeni di Gino Franco
Ad una persona speciale, dal profondo del mio cuore, arriva un augurio speciale: Buon Compleanno! 90 anni portati molto bene e soprattutto da sacerdote e uomo molto intelligente e buono, disponibile sempre a soccorrere con la buona parola chi a lui si rivolge.
Il suo sorriso aperto e sincero, la sua voce piacevole sono armi formidabili nel suo modo di fare servizio. Con lui, come delegato degli exallievi di Penango, i giorni sono passati sono stati tra i più belli per me, insieme a lavorare per l’Unione in amicizia, dialogando sempre nello spirito salesiano.
Sul prato della colonia don Bosco a Gressoney l’ho visto sempre in azione a confessare, consigliare, confortare chi con lui si confidava ma anche a fare squadra in tornei di bocce, lottare con un montone; le sere a Gressoney le passiamo ancora, come tanti anni fa, ad ascoltare la sua buona notte ricordandoci tanti episodi della vita e degli insegnamenti di don Bosco di cui è un profondo conoscitore.
Caro Emilio, le tue omelie sono sempre ascoltate con interesse e piacere e non potrò mai dimenticare quella che hai tenuto nella celebrazione delle nozze di mio figlio, molto partecipata e sentita: un grandissimo dono per tutta la mia famiglia. Quando ne parliamo i nostri figli dimostrano molto affetto nei tuoi confronti: li hai visti dalla nascita e li hai seguiti nel loro crescere così come per i tantissimi ragazzi che hanno fatto parte della Unione di Penango. Emilio, non bastano certamente queste poche parole per raccontare tutto il bene che hai fatto e che farai ancora, perciò ti dico solo Grazie per i bei momenti passati insieme perchè sei la persona più straordinaria e bella che abbia incontrato nella famiglia salesiana.
Tanti Tanti auguri di buon compleanno.
Gino Franco
Grazie don Emilio – Conversando con don Emilio
Grazie Don Emilio!
Gressoney fa parte della mia vita, da sempre. Il grande prato e la casa di Wald mi hanno accolta bambina, ragazzina e poi mamma. E non posso pensare a Gressoney senza pensare a Don Emilio che mi ha vista crescere e mi ha accompagnato nella mia crescita, con la sua presenza discreta. Giovane adulta, un pomeriggio come tanti a Gressoney, ero seduta su una panchina al sole e chiacchieravo con Don Emilio. Ingiustizia sociale, disuguaglianza, povertà… erano problematiche a cui iniziavo ad avvicinarmi e che suscitavano in me dubbi e una certa forma di incomprensione. E quel giorno chiesi a Don Emilio perché io avessi avuto molti doni nella vita, praticamente tutto e altre ragazze niente, sottintendendo una certa forma di ingiustizia che rimproveravo al creato. Don Emilio mi rispose: “Se hai molto è perché Dio ti chiede di dare molto. Se hai molto, hai anche una grande responsabilità verso gli altri”. Con questa semplice piccola frase, che mi ha accompagnato negli anni, Don Emilio mi permise di scorgere la strada che volevo intraprendere.
Qualche tempo dopo, cominciai a lavorare nel sociale e da allora non ho più smesso. Nel corso degli anni, ho sempre lavorato con donne che non hanno avuto la fortuna di vivere e crescere in un ambiente protetto e amorevole come il mio. Donne che hanno subito violenze, sfruttamento e ingiustizie. Donne che hanno visto e subito l’orrore. Donne che nessuno rispetta. Donne che nessuno vuole, perché straniere, perché povere…
Ancora oggi ripenso a quella conversazione con Don Emilio, sul grande prato di Wald. E ai doni che da allora ho ricevuto. Perché ogni giorno per più di vent’anni, le donne che si sono rivolte all’associazione per cui lavoro, mi hanno mostrato che cosa sia il coraggio, la resilienza, l’amore materno, la tenacia, la pazienza, la forza e la fragilità. Ma soprattutto, mi hanno mostrato che cosa sia avere fede in Dio.
Conversando con don Emilio
In un torrido pomeriggio del luglio 1976 – Enrico Greco
In un torrido pomeriggio del luglio 1976, don Piero Ponzo mi convocò nel suo ufficio di Delegato Exallievi e Cooperatori dell’Ispettoria Centrale a Valdocco e mi annunciò con solennità: “L’Ispettore, don Felice Rizzini, mi ha nominato direttore dell’Istituto Rebaudengo. Da settembre ci sarà un nuovo delegato e voglio fartelo vedere”. Mi accompagnò alla finestra che dava su via Maria Ausiliatrice e mi mostrò il palazzo di fronte, quello che ancora oggi ha l’ingresso principale sulla piazza e ospita la parrocchia. Allora al primo piano c’era il Centro di Pastorale Giovanile ispettoriale e da una finestra si vedeva un uomo bruno di profilo che scriveva a macchina. Don Piero scandì: “Ecco don Emilio Zeni!”.
Don Emilio aveva 45 anni, era nato infatti il 1° luglio 1931 a Grumo di San Michele all’Adige, in provincia di Trento. Era l’ottavo e ultimo figlio di Anselmo Zeni e Maria Maddalena Moser. Nel 1946, appena quindicenne, aveva fatto la sua prima professione religiosa, poi frequentò il liceo classico a Foglizzo e svolse il suo tirocinio a Penango dal 1947 al ’50. Si laureò in Teologia a Bollengo e nel 1957 celebrò la sua prima messa. Poi fu insegnante di Lettere a Bagnolo, a Ulzio e al Rebaudengo. Passò poi alla Pastorale Giovanile, come responsabile del settore preadolescenziale e curava la rivista Mondo Erre, fino appunto a quel luglio del ’76.
Ad agosto di quello stesso anno, don Ponzo lo invitò a Gressoney per conoscere gli exallievi di Penango e assumerne la guida spirituale. Gli anni da delegato ispettoriale sono stati molto proficui: ha incontrato migliaia di persone, soprattutto giovani, organizzato manifestazioni, pellegrinaggi, campi scuola. Ma il suo fiore all’occhielllo rimane la Casetta natia di San Domenico Savio, che da oltre 30 anni accoglie giovani e famiglie per giornate di spiritualità.
Nel 1994 lasciò l’incarico di Delegato Exallievi e Cooperatori per assumere la carica di Rettore del Tempio del Colle Don Bosco dove si trova tuttora.
Da quel quasi incontro del 1976 sono passati altri 45 anni e don Emilio veleggia sereno e in buona salute verso i 90 anni!
Il Signore lo ha formato fin da bambino in una famiglia magari non agiata economicamente ma ricca di valori cristiani. In mezzo ai genitori e ai molti fratelli e sorelle, Dio gli ha fatto incontrare Don Bosco e scoprire la sua vocazione sacerdotale. Egli ha rinunciato a costruirsi una famiglia propria, ma gliene ha donata una più grande e numerosa, con la sua comunità salesiana, e, lo diciamo con un po’; di presunzione, con tutti noi.
Per noi è stato un amico, un fratello maggiore, un padre.
Ci ha accompagnati nella giovinezza, nel matrimonio, nell’educazione dei nostri figli…
Di tutto questo e dei tanti ricordi belli che ognuno di noi serba nel suo cuore, vogliamo oggi ringraziare Dio.
E, insieme al ringraziamento, oggi vogliamo anche affidare Don Emilio al Signore, al Dio infinitamente buono, che saprà ricompensarlo per il tanto amore che ha dispensato durante la sua vita, conservandolo, per i prossimi tanti anni, nella salute del corpo e degli occhi, preservando il suo cuore buono, mantenendolo sempre vivace nella mente, assicurandogli sempre il carattere dolce e accompagnando la sua anima bella.