Fino a qualche anno fa aprivo la buca delle lettere con un certo interesse, spinta dalla curiosità di conoscerne il contenuto.
Non mancavano bollette da pagare o multe per infrazioni stradali, ma spesso trovavo lettere di amici, annunci di matrimoni o nascite e anche di morti. Poi tante cartoline. Queste ultime mi trasmettevano gioia perché i mittenti mi informavano di essere in vacanza, quindi si divertivano. Le foto mi parlavano di paesi esotici e meravigliosi e così sospiravo e sognavo.
Anche io, ovunque andassi in viaggio, inviavo numerose cartoline e la più bella la spedivo a me stessa come ricordo. Non amando fotografare, acquistavo cartoline di lavori artistici importanti per collezione.

Poi è arrivato il cellulare e questa abitudine è tramontata perché ora si mandano messaggi rapidi selfie, video: ora siamo sempre ”connessi“. Tutto è veloce, rapido e in contemporanea. La ginnastica più praticata è scattare foto ovunque: sui mezzi di trasporto, per strada, in fila, in treno… Le braccia sono sempre in posizione alta sulla testa per carpire ogni evento con un clic. Questo oggetto è diventato il compagno insostituibile per miliardi di individui e persino i bambini sono diventati abili smanettatori di cellulari.

Certamente è stata un’invenzione rivoluzionaria della vita sociale sotto molti aspetti perché risolve situazioni e diventa un aiuto prezioso. Lo abbiamo provato durante la chiusura per la pandemia; infatti il cellulare è stato utile per il lavoro, interventi di pronto soccorso, la scuola e altro. Insomma il suo uso molteplice può essere utile ma non mancano aspetti negativi.

Oggi, quando apro la buca delle lettere, trovo solo carta: riviste, pubblicità, richieste di aiuti da molti enti onlus o finti tali. Vengono usate foto di bimbi bisognosi, denutriti, malati.
Le loro immagini toccano il cuore ma possono nascondere truffe ai danni delle persone generose e caritatevoli.

Quanta strage di alberi per la carta usata e quale spreco di denaro!
La ritroviamo poi nei bidoni della spazzatura!