LA MEMORIA – Silvia Falcione

Quest’anno con i miei studenti non abbiamo visto film o filmati il 27 gennaio. Le immagini della Shoah le conosciamo tutti troppo bene. Abbiamo esplorato un altro modo di fare memoria. La memoria diffusa delle pietre d’inciampo. Qualcuno le conosceva. La maggior parte no.

Le pietre d’inciampo (in tedesco Stolpersteine) sono un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. L’iniziativa, attuata in diversi paesi europei, consiste nell’incorporare, nel selciato stradale delle città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, dei blocchi in pietra ricoperti da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore.

L’iniziativa è partita a Colonia nel 1992 e ha portato, a inizio 2019, all’installazione di oltre 71 000 “pietre”. La cinquantamillesima pietra è stata posata a Torino. Sono i sampietrini del pavè.

Il museo diffuso della resistenza ha creato una mappa delle pietre d’inciampo posate a Torino che sono più di 90. La mappa interattiva si trova sul sito del museo e contiene anche tutte le biografie dei deportati. Ho lasciato scegliere agli studenti.

Prof. Ma questa bambina aveva solo 8 anni.
Prof. Questo ragazzino l’hanno classificato oppositore politico a 15 anni?
Prof. Qui hanno preso una intera famiglia?
Prof. Ma quanti Levi c’erano a Torino?
Non trovo la pietra di Primo Levi.
INFATTI LA SUA PIETRA PARE che non ci sia e non abbiamo capito perché.
Prof. Ma non hanno deportato solo ebrei. Questo era un operaio che aveva fatto sciopero.
Si ragazzi durante gli scioperi del ’44 molti furono arrestati.
Prof. Questo è un partigiano.
Anche questo.
Ma ci sono tanti bambini!!!
Prof. C’è una pietra anche davanti a casa di mia nonna! Devo andare a vedere.

Poi suona la campanella.

Abbiamo fatto memoria. Forse molto più di quanto pensavo. Tutti escono, ma una ragazzina si ferma. Prof. Ne ho trovato uno della mia famiglia. Ha il mio cognome e ha il nome di mio zio. La casa è la stessa. Non lo sapevo. Nessuno me lo ha mai detto. Vado a casa e chiedo.

A volte la memoria è traumatica e viene rimossa. Ma non si può nascondere troppo a lungo. Ricordiamocene. Shalom.

pietre.museodiffusotorino.it