LE MIE VACANZE A GRESSONEY

In barba allo scetticismo dei bookmakers, che davano da 0 a 100 le possibilità di svolgimento, anche quest’anno, le vacanze 2020 di Gressoney, si sono svolte regolarmente. È stata un’edizione “sui generis”, perché inaspettata e segnata dalle condizioni imposte dai protocolli governativi per l’insorgere del Coronavirus, che facevano preludere particolari disagi che potevano portare ragionevolmente allo scoraggiamento e alla decisione di rinuncia da parte di molti, come del resto è avvenuto.

Chi avrebbe pensato infatti che ci si potesse incontrare anche quest’anno alle condizioni che si vivevano qualche settimana prima, in cui tutti eravamo rinchiusi in casa con i limiti di spostamento?

Si vivevano chiaramente condizioni che ne frenavano l’idea e ne mettevano in dubbio, senza appello, lo svolgimento. Le infauste e drammatiche conseguenze che avevano accompagnato l’insorgere dell’epidemia avevano, fra l’altro, coinvolto persone a noi vicine: la famiglia Corvetti, con Gianfranco che ha sperimentato personalmente il dramma della malattia, e dopo tanti mesi, pian piano, sta ricuperando le condizioni di normalità; il papà di Ambrogio, che invece non è riuscito a superare la malattia che, nonostante le cure mediche e le attenzioni premurose e affettuose dei suoi, è stata per lui letale. A tutto questo si aggiungevano anche le contemporanee esperienze dolorose in seguito ad altre malattie dei nostri carissimi Ferrante e Willy. Tutte queste situazioni ci hanno coinvolto in una catena di partecipazione, se non di presenza diretta, almeno di preghiera supplichevole, affinché il Signore alleviasse le sofferenze che si stavano vivendo.

Ciononostante però, le vacanze, in barba alle previsioni, si sono svolte regolarmente per la caparbietà e l’impegno organizzativo profuso professionalmente e in modo encomiabile dal nostro Willy, accompagnato sempre dal benestare del Presidente e del Delegato.

La partecipazione è stata ristretta per ovvie ragioni di sicurezza, ad un piccolo gruppo di 35 temerari (a cui se ne sono aggiunti altri 25 partecipanti il giorno del Convegno e della Festa degli Sposi), forti nello spirito e animati dalla prudenza, l’auriga virtutum, tanto invocata per l’occasione assieme al dono della pietà, la quale, come dice Papa Francesco: “Ci fa miti, tranquilli, pazienti, in pace con Dio, al servizio degli altri con mitezza”. Cosa ha rappresentato infine per me, la vacanza di Gressoney?

Senz’altro un’espressione della Grazia di Dio, come dono inaspettato verso i suoi figli fedeli e fiduciosi, grandi e piccini, che assieme hanno saputo condividere momenti di comunione fraterna, contro ogni aspettativa sul piano della logica mondana. Si sono visti pertanto i bambini dare spettacolo di innocenza, impegnati ininterrottamente e inesauribilmente in allegria nei loro giochi semplici e spontanei; si sono viste famiglie gareggiare in modo instancabile nell’assistenza ai loro figli e nipoti; si sono viste persone che, sotto il peso nascosto ma inevitabile della sofferenza della malattia, esprimevano la serenità e la letizia della fede. Ma tutto è stato, come sempre, alimentato e vivificato dalla partecipazione attiva e dal servizio ministeriale dei nostri sacerdoti Don Emilio, Don Ferdinando e Don Lello, che ci hanno offerto la presenza reale del Signore nella celebrazione quotidiana dell’Eucarestia, punto di riferimento e colonna del nostro stare assieme a Gressoney. Questo è stato per me Gressoney.

Enrico Lugas