Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi

Questo era il motto dei nonni quando noi giovani scalpitavamo durante i lunghi pranzi di Natale sempre obbligatori.

Ebbene Pasqua con chi vuoi, ma è pur sempre la festa del Signore Risorto e quindi con chiunque non va bene, e allora noi exallievi e cooperatori dell’allora Ispettoria Centrale negli anni ottanta, ci siamo inventati i viaggi pasquali che avevano sempre una meta sacra, ma da visitare insieme agli amici in sana allegria, collegati a luoghi e contesti meno sacri. Ricordo la Pasqua a Monaco di Baviera, con la messa in tedesco che non capiva nessuno e la visita a Dachau, luogo tristemente indimenticabile. Ma anche le allegre birrerie e la foto nella piazza dell’orologio che spaccava il secondo essendo appunto tedesco.

Ricordo la visita a Montecassino e Subiaco, splendide abbazie di grande atmosfera e spiritualità. Subiaco arrampicata nell’isolamento degli Appennini e Montecassino circondata di bianchi cimiteri militari con file perfette di centinaia di bianche croci a urlare silenziosamente: LA GUERRA MAI PIÙ!!

E poi la corsa sulla spiaggia di Gaeta, deserta, solo noi a cantare a squarciagola e a guardarci negli occhi pieni di gioia e di vita e di amori giovanili e sinceri.

Ma come dimenticare la Pasqua a Lourdes, per me la prima trascorsa lontano da casa. Lourdes è una esperienza unica, è una immersione dell’anima condivisa con migliaia di anime arrivate da ogni luogo nel mondo, ma sorelle, perché figlie dello stesso padre e della stessa madre. Come dimenticare l’esperienza della recita dell’Ave Maria in tante lingue. Io nella mia e nelle orecchie il suono di altre molte diverse che avrei voluto imparare tutte….je te salue Marie!

E poi la domenica, il raduno europeo dei disabili, una festa della diversità, una gioia del cuore a danzare con le ragazze Down vestite da fate e a dipingere con i ragazzi paraplegici e a giocare con i bimbi colpiti da strane malattie, ma tutti, tutti quanti uguali nel piazzale di Lourdes, sotto lo sguardo della Immacolata che di sicuro si divertiva anche lei a vederci giovani e spensierati nella gioia di Dio in quella che poteva benissimo essere una rappresentazione del Paradiso.

Paradiso Paradiso…preferisco il Paradiso! Cantavano i monelli di San Filippo Neri, il primo inventore dell’ oratorio……don Bosco suo seguace secoli dopo.

E allora per questa Santa Pasqua che non ci potremo muovere da casa temo, auguro a tutti di saper trasformare il quotidiano in una festa. Ci vuole poco in fondo, un po’di semplicità dei figli di Dio e un poco di creatività dello Spirito che non aspetta altro che di essere invocato.

Buona Pasqua a Tutti!

Buona Resurrezione!

Silvia Falcione