A me sembra che il dolore si presenti sul sentiero della vita a tappe come una pietra d’inciampo o come un temporale da cui esci fradicio ma poi ti asciughi.
Resta una pozza.
Resta un ricordo di un evento andato. Concluso.
Ma quando il dolore è molto troppo, allora diventa un pozzo profondo.
Non riesci a parlarne con nessuno. Soprattutto con le persone coinvolte.
Il pozzo è profondo.
Intorno tutta la vita continua gioiosa e le stagioni si susseguono.
L’erba cresce e i fiori sbocciano.
Meglio non affacciarsi al bordo del pozzo. Ti attira sul fondo e ti potrebbe tirare giù.
Meglio restare sul prato e sul sentiero dove la vita continua e lasciare il pozzo laggiù guardandolo ogni tanto per ricordare.
Guardando l’erba che cresce anche li intorno insieme alle margherite.
Il pozzo è pieno di lacrime lo sai. Ma tu sei dentro la vita che continua e fiorisce.
Non puoi sigillare il pozzo custode delle tue lacrime.
Ma non avvicinarti. Potrebbe attirati giù.
Cogli le margherite e sorridi e percorri il sentiero con gli altri. Anche loro hanno un pozzo.
Ma non ti diranno quale.